Finalmente si sta delineando un interesse crescente per l’architettura a energia a emissioni zero. Architetti e designers di tutto il mondo stanno costruendo un movimento che punta ad un’architettura che ponga un freno al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici.

L’architettura a zero energia e zero emissioni si è imposta come una priorità assoluta. I loro progetti si possono definire studi pilota che ispirano il cambiamento. La nuova architettura cosiddetta ‘solare’ ottimizza illuminazione e ventilazione naturali, riduce o elimina la dipendenza dai combustibili fossili, riduce, o addirittura annulla, i consumi energetici produttori di carbonio. Combina le strategie passive, che riducono i consumi energetici, a tecnologie che utilizzano energie rinnovabili. Questo crescente interesse per l’architettura a energia a emissioni zero determina un’evoluzione nei protocolli progettuali, come testimonia anche la recente legislazione.
Parallelamente ai nuovi progetti di architettura ecosostenibile, si è creata la tendenza a riqualificare gli edifici esistenti. Restauro e riqualificazione energetica sono importanti per una sostenibilità sia urbana (contro un continuo consumo del territorio) che ambientale (attraverso il risparmio delle risorse e l’utilizzo di materiali ecosostenibili). L’obiettivo è quello di tutelare un patrimonio storico che rischia di andare perduto, perché inadeguato alle esigenze di oggi, utilizzando criteri di intervento che riducano le emissioni di CO2.

 

Attualmente nel nostro paese, vista anche la flessione degli investimenti e delle compravendite delle nuove costruzioni, il risanamento energetico degli edifici esistenti rappresenta il tema con più alta potenzialità nel settore edile.
Inoltre, la necessità di adeguarsi alle disposizioni europee, per ridurre il consumo di energia negli edifici, impone nuove strategie di ristrutturazione. Il 70% del patrimonio edilizio italiano è antecedente la prima legge sul risparmio energetico; il 25% di questi edifici non è mai stato riqualificato. Considerando che in Italia il 35% dei consumi energetici sono dovuti agli edifici civili e che il riscaldamento riguarda il 48% di questi, esiste un potenziale enorme sia di possibilità d’intervento, che di risparmio di energia e risorse.
Inoltre, in considerazione anche del fatto che l’Italia importa l’83% di energia primaria, si dovrebbe puntare proprio sulla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente.

 

La manovra finanziaria offre incentivi per gli interventi di riqualificazione energetica. La detrazione del 65% è stata prorogata al 31 dicembre 2017. Per quanto riguarda le opere relative alle parti comuni dei condomini, la misura sarà valida fino al 2021, e prevede il 70% per gli interventi riguardanti l’involucro dell’edificio e il 75% per quelli volti a migliorare l’efficienza energetica sia estiva che invernale.
Inoltre, sono state introdotte ulteriori agevolazioni per l’adozione di misure antisismiche, incluse le spese sostenute per la classificazione e verifica sismica degli immobili. Le detrazioni al 50% verranno per gli interventi effettuati tra il 1° gennaio 2017 e il 31 dicembre 2021. In precise zone della Penisola particolarmente soggette a terremoti, il bonus viene incrementato fino al 70% nel caso in cui, grazie a tali misure antisismiche, si determini il passaggio ad una classe di rischio inferiore; la detrazione può addirittura raggiungere l’80% se si fa uno scatto di due classi di rischio inferiori. A partire dal 1° gennaio 2017, in luogo della detrazione i soggetti beneficiari possono cedere il corrispondente credito ai fornitori che hanno effettuato gli interventi.